mercoledì 25 novembre 2015

Stregatti cosmici e supernove a ripetizione

Quando il responsabile della forza di gravità esagera con l'LSD

 

Quando lanciamo un sasso sappiamo tutti che prima o poi cadrà, e lo farà percorrendo una traiettoria curva. Una parabola, per la precisione. La causa è la forza di gravità. Il campo gravitazionale della terra, infatti, agisce sulla massa del sasso attirandolo verso il basso mentre questo si muove. Il risultato è la classica "traiettoria del proiettile", che si trova in tutti i libri di fisica generale, e che rappresenta gioie e dolori di generazioni di studenti.

Non tutti invece sanno che la stessa cosa succede anche con la luce. I fotoni che compongono un raggio di luce trasportano energia, e siccome energia e massa, ci dice Einstein, sono quantità intercambiabili, anche un raggio di luce piega sotto l'effetto di un campo gravitazionale. Non ce ne accorgiamo, e nessuno se ne era mai accorto prima di Einstein, perché la luce viaggia troppo veloce perché l'effetto sia visibile senza misure più che accurate. Nessuno infatti si preoccupa di alzare un po' la torcia elettrica quando vuole illuminare qualcosa perché la luce piega un po' verso il basso!

Questo effetto fu ipotizzato (usando presupposti sbagliati) addirittura da Newton, e calcolato (sbagliando, anche perché si assumeva che il fotone avesse una massa) da un certo Georg von Soldner all'inizio dell'800. Esso in realtà trova piena giustificazione solo nella Teoria della Relatività Generale, formulata da Einstein nel 1915, e fu osservato sperimentalmente nel 1919 da Sir Arthur Eddington, astronomo della corte inglese che utilizzò un'eclissi di sole, quando il disco solare è oscurato, per misurare lo spostamento apparente di alcune stelle visibili giusto vicino al bordo del sole. Lo spostamento osservato, pari a quello previsto dalla Relatività Generale, era dovuto alla curvatura dei raggi di luce provenienti da quelle stelle quando passavano accanto al sole, che con il suo intenso campo gravitazionale ne deviava il cammino, seppure di poco.

Deflessione della luce


In realtà pare che le misure di Eddington non fossero proprio questo capolavoro di precisione, e che l'astronomo reale abbia un po' calcato la mano nel dire che tutto tornava con le previsioni della Relatività. Fatto sta che Einstein in breve tempo divenne da scienziato noto solo agli scienziati, l'icona popolare dello scienziato genio. In ogni caso, nonostante le misure forse un po' troppo casarecce di Eddington, l'esperimento è stato ripetuto innumerevoli altre volte confermando che le previsioni della Relatività erano corrette.

Questo effetto si chiama "gravitational lensing", perché il raggio di luce è deviato da un campo gravitazionale che funge da lente. In tempi recenti, anche grazie ai moderni telescopi come Hubble, che opera fuori dell'atmosfera terrestre, il gravitational lensing è stato osservato in situazioni veramente spettacolari.

Nel 2014 è  stata osservata una nuova supernova in una galassia distante. Una supernova è una stella che, ad un certo punto della sua vita, per cause varie che non è il caso di spiegare adesso, esplode. E quando esplode lo fa in modo esagerato, diventando in pochi millisecondi, da zero a mille, incredibilmente luminosa, addirittura più luminosa della galassia intera che la ospita, rilasciando nello spazio una quantità di energia dell'ordine di 10 alla 31 bombe di Hiroshima. Nel 1054 ne esplose una che, raccontano gli annali dell'epoca, era visibile anche di giorno.  Il tutto dura per qualche settimana, poi la stella si affievolisce e diventa di nuovo invisibile senza l'aiuto di strumenti opportuni. Le supernove sono rare all'interno di una galassia, diciamo una ogni secolo, tanto per dare un numero. Ma essendoci svariate centinaia di miliardi di galassie, osservare supernove in giro per l'universo è cosa abbastanza comune.

Questa supernova del 2014, osservata nella costellazione del Leone, è esplosa più di 9 miliardi di anni fa, quando il sole, la terra e l'autore di questo blog erano molto di là da venire. La sua luce ha viaggiato per tutto questo tempo arrivando dalle nostre parti guarda caso proprio mentre il telescopio spaziale Hubble raccoglieva immagini strepitose dell'universo. E Hubble si è accorto della supernova. Ma la cosa strana è che Hubble ha registrato 4 esplosioni della stessa supernova, come si vede nella fotografia qua sotto, nell'ingrandimento (vedi le freccette con i quattro puntini, corrispondenti alla stessa supernova quadruplicata, attorno alla galassia ospite).


Il motivo è che la luce della supernova, più o meno a metà viaggio, grossomodo mentre il nostro sistema solare cominciava a formarsi, è passata nei paraggi di un ammasso di galassie chiamato col facile nome di MACSJ1149.5+2223. Questo ammasso di galassie emette un campo gravitazionale così intenso da curvare attorno a se i raggi luminosi (vedi figura qua sotto) e far apparire quello che è un punto come più punti diversi. 



Ma non basta. Gli astronomi sono convinti che la distorsione dei percorsi dei raggi luminosi provenienti da questa lontanissima stella siano tali per cui circa 20 anni fa altri raggi luminosi, sempre provenienti dallo stesso evento, cioè l'esplosione della stella stessa, siano arrivati sulla terra, in una posizione diversa rispetto a quelli visti nel 2014 (vedi cerchietto in alto nella figura). Sono quei raggi che hanno avuto la fortuna di scegliere percorsi più brevi, e che quindi sono stati meno deflessi dal gravitational lensing provocato dall'ammasso con quel bel nome facile da ricordare. Peccato che Hubble all'epoca non ci fosse, e non possiamo confermare questa ipotesi.

Ma non basta ancora. Studiando la configurazione del campo gravitazionale dell'ammasso di galassie, gli astronomi hanno previsto che fra il 2015 e il 2020, con maggiore probabilità verso l'inizio del 2016, la supernova dovrebbe apparire di nuovo, perché altri raggi luminosi in ritardo, sempre emessi nell'istante dell'esplosione, sono ancora in viaggio. Siccome stanno percorrendo strade ancora più tortuose, sempre dovute alle deviazioni imposte dal campo gravitazionale dell'ammasso di galassie, ci faranno rivedere l'esplosione della stella in differita in un altro luogo (vedi cerchietto corrispondente nella figura). Non resta che attendere. Speriamo che Trenitalia non venga a sapere del gravitational lensing, altrimenti lo include tra le spiegazioni possibili dei ritardi dei treni, assieme a "causa grande affluenza nelle stazioni precedenti" e "ritardo nella preparazione del treno".

La cosa interessante del gravitational lensing è che effetti così grandi come questo non si spiegano assumendo che la materia presente negli ammassi di galassie sia solo quella visibile, ma c'è bisogno di includere materia aggiuntiva, che non vediamo se non tramite gli effetti gravitazionali. Un'altra prova indiretta dell'esistenza della cosiddetta "materia oscura", di cui constatiamo l'esistenza ma non sappiamo di cosa sia fatta, se non che non è fatta della materia che conosciamo.

Un altro caso spettacolare di gravitational lensing è il cosiddetto ammasso di galassie Cheshire Cat, che in italiano sarebbe Lo Stregatto, il gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, quello che scompariva lasciando solo il sorriso a fluttuare nell'aria. E' un ammasso di galassie nella costellazione dell'Orsa Maggiore, distante 4 miliardi e mezzo di anni luce da noi, e largo un milione e mezzo di anni luce. Visto da noi, corrisponde nel cielo grossomodo alle dimensioni di un ventesimo della luna piena. Perché si chiami Stregatto, lo si capisce subito.


Il sorriso dello Stregatto, e le curve che ne delineano il viso, sono in realtà le immagini distorte di altre 4 galassie che si trovano nello sfondo, molto più distanti, e che ci appaiono tali a causa della distorsione gravitazionale operata da tutta la materia che si trova lungo il percorso sui loro raggi di luce mentre passano in prossimità dello Stregatto.

E' notizia recentissima che il satellite Chandra, che studia emissione di Raggi X dalle galassie,  ha scoperto che le due galassie principali che formano i due occhi dello Stregatto, nonché le altre galassie più piccole, si stanno avvicinando fra loro in quello che sarà uno scontro, è il caso di dirlo, "galattico".

In particolare i due occhi si stanno avvicinando uno all'altro a 500000 Km/h, e il gas fra le galassie viene compresso fino a raggiungere temperature di milioni di gradi. Per aggiungere un po' di pepe a questa banale situazione galattica, l'occhio sinistro dello Stregatto, ci dice sempre Chandra, contiene una sorgente puntiforme molto intensa di raggi X. Questa è la firma della presenza di un buco nero supermassiccio, con una massa stimata pari a quattro miliardi di soli. Circa mille volte più grande del buco nero che ospitiamo al centro della nostra Via Lattea. Sì perché dalle nostre parti, a soli 25mila anni luce da casa, abbiamo anche questo tipo di amenità. Chissà come reagirebbero quelli che hanno paura che arrivi Nibiru, pianeta che non esiste, a sapere che quando in piena estate guardano verso la costellazione del Sagittario esprimendo estatici propositi new-age, stanno in realtà guardando verso un buco nero gigantesco piazzato giusto nel centro della nostra galassia, dove la Via Lattea ci appare un turbinio di stelle. Ma soprattutto, perché imbottirsi la testa di queste idiozie quando in natura esistono cose così fantastiche?

Tornando allo Stregatto, i due occhi si fonderanno in un miliardo di anni o giù di li. Se ci sarà ancora qualcuno dalle nostre parti a guardare il cielo, a quel punto parleranno forse dell'ammasso di galassie Polifemo. Ammesso che fra un miliardo di anni a scuola si studi ancora l'Odissea.

PS. Notizia dell'ultima ora (17 dicembre 2015). La supernova Refsdal è riapparsa come previsto. L'11 dicembre scorso, con solo qualche giorno di anticipo sul 2016, il telescopio Hubble l'ha beccata sul fatto, esattamente nel punto in cui avevano previsto sarebbe apparsa. E poi c'è chi non si fida della scienza!

lunedì 23 novembre 2015

Gli extraterrestri siamo noi. Per gli extraterrestri...


Pianeta che vai, extraterrestre che trovi.


Ieri mattina, mentre incarnavo la mia quotidiana veste di pendolare di Trenitalia nei soliti 10 Km di interregionale casa-lavoro, guardavo come sempre il mondo con occhio insonnolito. Attorno a me studenti, gente che va al lavoro, gente che va in cerca di un lavoro, che chiacchera, che ascolta musica, che chatta col cellulare, che legge la Critica della Ragion Pura prendendo appunti a lato, che legge "Chi" muovendo le labbra, che guarda dal finestrino, che dorme, che tossisce, che sbadiglia. Un normalissimo panorama di media umanità, insomma, della quale anche io faccio parte.  
 
Tipicamente trascorro questi 15 minuti di treno con l’attività cerebrale ridotta al minimo sindacale, quel tanto che basta a garantire le funzioni vitali primarie, ma ieri, probabilmente a causa di un inaspettato cortocircuito fra le mie sinapsi, una improvvisa e impercettibile differenza di potenziale elettrico fra i neuroni addetti alla fantasticheria (nel mio cervello pericolosamente vicini a quelli dedicati al cazzeggio) ho avuto una visione: ho immaginato gli occupanti di quel vagone, me compreso, improvvisamente tutti extraterrestri.  Un interregionale pieno di alieni.


Nell’immaginario comune gli extraterrestri, gli abitanti di qualche lontano mondo ai confini della galassia, sono esseri perfetti. Intelligentissimi, capaci di manipolare le leggi della fisica, conoscitori e fruitori di tecnologie per noi impensabili, immuni alle malattie, alle disgrazie e a tutti i malanni, gli acciacchi e le iatture ben note a noi umani, nonché accumunati da quell’Amore Cosmico a noi completamente sconosciuto. E nudi, ovviamente, perché si sa che gli extraterrestri girano sempre nudi.

Non si sa bene per quale motivo, ma quando pensiamo a una civiltà aliena pensiamo a esseri del genere. Facciamo gli smargiassi in tante situazioni, ma se c’è da paragonarci agli extraterrestri ci autodegradiamo al livello più infimo degli esseri pensanti dell’universo, come se la terra fosse la favela della galassia.

E allora, sballottato dagli scambi, ho supposto che, se esiste altra vita intelligente nell’universo, da qualche parte ci saranno altri esseri che, come noi, si pongono le nostre stesse domande. E anche costoro, mentre viaggiano sull'interregionale in ritardo Alpha Centauri - Sirio B, puzzolente e pieno di scritte del tipo "Pleiadiani merde vi abbiamo fatto il culo 4 a 3", immagineranno, come noi immaginiamo, i loro alieni come esseri perfettissimi. 

Solo che, a quel punto, piccola fregatura, noi saremmo i loro alieni. Loro non lo sanno, ma quegli esseri immuni da difetti che vagheggiano nei loro pensieri, tanto quanto noi vagheggiamo nei nostri, sono gli occupanti di quel vagone un po’ puzzolente, con il loro carico di sfighe, raffreddori, prostate ingrossate, emorroidi, figlie fidanzate col batterista dei Vomitose e tutta una lunga serie di problemi grandi e piccoli, e con la mente abitata da pensieri che niente hanno a che vedere con la Globalità Cosmica. E per di più nemmeno uno che sia nudo!

Forse ne rimarrebbero delusi, chissà, come rimarremmo delusi anche noi se, al primo contatto con un essere alieno, dovessimo scoprire che è un cassintegrato, che la laringite che si è beccato due mesi prima ancora lo fa tossire, che in matematica a scuola veniva sempre rimandato, e che non si perde una puntata della stella dei famosi.

domenica 15 novembre 2015

L'omeopatia delle emergenze: quando la realtà supera l'immaginazione.

Gli omeopati non smettono mai di stupire


Circola in rete un divertente filmato intitolato "Pronto soccorso omeopatico" (link), dove le consuete emergenze che caratterizzano un tipico Pronto Soccorso di un grande ospedale vengono ironicamente affrontate con tecniche e prodotti omeopatici. Una situazione volutamente paradossale, verrebbe da dire. E invece...

Invece trovo in rete un sito sulla medicina alternativa che in mezzo a banner di post del tipo "omeopatia e cancro", "la metodologia di Hahnemann" (scontata del 15%, un affare!) e "le falsità dell'Aids", incastona un invitante articolo intitolato: "L'omeopatia nelle emergenze". Un piatto troppo succulento per essere ignorato, e sul quale mi ci butto a capofitto. L'articolo, nella sua interezza, si trova qui.  

Il tutto inizia ricordandoci che "Un'emergenza medica è una qualsiasi condizione critica che richiede un trattamento eccezionale ed immediato poiché mette a rischio la vita del paziente." Perfetto, su questo siamo assolutamente d'accordo. Poi l'articolo continua affermando che "Esiste la convinzione che i casi di emergenza debbano necessariamente essere trattati in modo allopatico (in neretto nel testo originale, n.d.r.). Ciò rivela la nostra ignoranza, inefficienza ed inadeguata conoscenza nel campo della medicina omeopatica, poiché un rimedio adeguatamente scelto è in grado di condurre ad un immediato miglioramento del paziente.

E subito dopo ci ricorda che "Lo stesso Hahnemann parla di questo nella revisione della quarta edizione dell'Organon, nell'aforisma 82", che sembra una roba del Signore degli Anelli. Ma voi vi fidereste di un medico che se gli dite "dottore, ho mal di schiena", lui si mette a consultare un libro di aforismi del 1700? O piuttosto direste "oddio, il dottore mi si è completamente rincoglionito, devo trovare il modo di andarmene senza che si offenda"? Però se l'ha detto Hahnemann nell'aforisma 82 dell'Organon (che in greco antico significa certamente "saggezza") evidentemente ci si può fidare!

Comunque percepisco subito di avere di fronte a me un documento incredibile, e mi sento un po' come deve essersi sentito Champollion quando si è trovato per la prima volta al cospetto della Stele di Rosetta. E mi pregusto la lettura, perché mi dico che qui ci viene fuori un articolo per Helter Skelter di quelli epici! 

Tralascio i farmaci (si fa per dire) da utilizzare prima di stare male, cioè quelli preventivi. Servono a migliorare situazioni che potenzialmente possono evolvere in condizioni drammatiche per il paziente, tipo "sete intensa per acqua fredda", "caratteristica debolezza e torpore del braccio sinistro", "desiderio di essere sventolato", "peggioramento con vento freddo e secco, in una stanza calda, la sera e la notte, giacendo sul lato malato", e il terribile sintomo di avere "una guancia rossa e calda e l'altra pallida e fredda", una di quelle cose che magari incontri il tuo medico di base per caso alla cassa della CONAD e lo vedi che ti guarda e di colpo impallidisce, e ti farfuglia sconvolto: "Dio mio, chiami subito il 118, lei ha una guancia rossa e calda e l'altra pallida e fredda!"
 
Veniamo quindi alle situazioni di emergenza. Quelle che, per esplicita definizione dell'articolo che sto leggendo, richiedono "un trattamento eccezionale ed immediato poiché mettono a rischio la vita del paziente". Vediamo quindi cosa, tra questi terribili sintomi la cui sottovalutazione potrebbe mettere il paziente a rischio della vita, può curare l'omeopatia.

"Pignoleria". Giuro, non mi sto inventando niente. Lo so che non ci credete, ma tra le voci della lunga serie di sintomi che il sito definisce "emergenze" c'è la "pignoleria". Mi immagino la moglie che chiama il 118 con voce concitata tipo la Franzoni dicendo: "Oddio, mio marito ha avuto un altro attacco di pignoleria acuta! Per il compleanno della bambina deve tagliare 12 fette di torta e è tutto il pomeriggio che fa i calcoli per inscrivere un dodecaedro regolare nella torta, che nel frattempo si è tutta sciolta! Aiutatemi, non so cosa fare!". E il medico dall'altra parte: "Si calmi,signora! Dia a suo marito un po' di Arsenico Album in diluizione CH64" (importante che ci sia anche l'Album, perché solo l'Arsenico potrebbe essere un rimedio un po' troppo drastico).

"Intolleranza alla contraddizione, che suscita rabbia". Mezzo facebook dovrebbe finire al pronto soccorso, compresi alcuni parlamentari che sproloquiano a vanvera su cose che non conoscono, tipo i vaccini, tanto per citare casi recenti, e poi si incazzano se uno gli fa notare che non capiscono una mazza. Il medico omeopata somministrerà loro un po' di "Aurum Metallicum" a 18 carati diluiti in CH45.

E poi "testa che barcolla giorno e notte", "testa affondata nel cuscino", "orribile odore dalla bocca", "movimento di masticatura", "bramosia di deglutire acqua fredda seppure incosciente" e il temutissimo "pizzica le labbra e i vestiti", una cosa che in confronto una colica renale è solo una fastidiosa lagnetta, e che se al pronto soccorso ti presenti pizzicando la manica del cappotto, senza chiederti altro ti danno subito un codice rosso che passi avanti a infartuati e aneurismi aortici con priorità assoluta. Lasciano le operazioni a cuore aperto a metà e richiamano la gente dalle ferie se vai al pronto soccorso che ti pizzichi le labbra e i vestiti.

Ma l'emergenza che farebbe arrendere qualunque medico allopatico, di fronte alla quale invece l'esperto omeopata sorride sornione con l'espressione di "tranquilli ci penso io!" è il caso di chi "la musica dal vivo lo rende triste". Una roba da ambulanza a sirene spiegate. Quando vedete le ambulanze davanti ai megaconcerti non è perché qualcuno potrebbe sentirsi male per la calca, ma perché potrebbe intristirsi fino al rischio di perdere la vita. Ad esempio ai concerti di Sergio Endrigo distribuivano gratuitamente pasticche a diluizione CH3500 (più sono diluiti e più sono efficaci) di Natrium Sulphureum. Invece per le emergenze di maroni sfrantumati dopo i concerti di Gigi D'Alessio anche l'omeopatia alza le braccia impotente.

Se invece uno ha la sfiga che "peggiora col bagnato e il clima umido, col riposo, giacendo sul lato sinistro, alle 4-5 del mattino" si può stare tranquilli, perché sebbene la situazione messa in questi termini potrebbe sembrare disperata per chiunque, per il pronto soccorso omeopatico è un problema da niente.

Che poi cosa vorrà dire che "peggiora col bagnato"? Ad esempio uno attaccato alla 220 sicuramente peggiora col bagnato. Intenderanno una cosa del genere? "Dottore, mio marito stava riparando il ferro da stiro ma si era dimenticato di staccare la spina, all'improvviso ha cominciato a tremare tutto e allora l'ho girato sul fianco sinistro e siccome mi sembrava facesse odore di bruciato gli ho buttato addosso un secchio d'acqua. Sono le 5 del mattino e non mi sembra che sia migliorato, anzi!" 

E poi ci sono cose pazzesche (come se queste non lo fossero a sufficienza), tipo "corpo incurvato all'indietro come un arco", "appetito per il gesso e altre cose indigeribili", "testa che penzola all'indietro", "desiderio per ghiaccio o acqua fredda o ghiacciata", "migliora con le eliminazioni e la comparsa di eruzioni (che eliminazioni? Bisogna arrivare ai quarti di finale o anche solo gli ottavi sono sufficienti? e poi che eruzioni? cutaneee o vulcaniche? Da questo delirio c'è da aspettarsi di tutto)", "pollici spinti sul palmo della mano", e infine "ginocchia fredde, naso freddo, lingua fredda, respiro freddo". In questo caso il medico omeopata, dopo un'accuratissima visita di almeno due ore, ipotizza in genere che il paziente abbia freddo. La soluzione omeopatica al freddo è un giro in moto a petto nudo cosparsi di mentolo in diluizione CH16.

E se volete togliervi lo sfizio e constatare quanto sono prese sul serio queste situazioni di emergenza, potete sempre andare a un pronto soccorso e dire alla reception che avete la "fronte aggrottata in pieghe". Vedrete che vi chiameranno immediatamente alcuni signori in camice bianco che si prenderanno cura di voi, a testimonianza della gravità della vostra situazione.

Insomma, sembra che i sostenitori dell'omeopatia non solo non si curino con i farmaci normali, ma non si ammalino nemmeno di cose normali. Non gli vengono coliche renali, colpi della strega, calcoli alla cistifellea, attacchi di angina. No, quando loro chiamano il 118 è perché gli si è incurvato il corpo all'indietro come un arco, hanno una guancia calda e una fredda, o si sono mangiati una confezione di gessetti per lavagna e nonostante questo hanno ancora un po' di languorino.

Riflessione seria per concludere. Gli omeopati si offendono se uno li prende per il culo. Si arrabbiano, fanno il labbro come i bambini, e piagnucolano che la medicina li snobba, che sono ghettizzati, che Garattini li tratta male. Però quando uno legge una roba del genere, porcaputtana, ma come si fa? Omeopati, cosa bisogna fare con voi, ditemi! Eccheccazzo, neanche con un flacone intero di Coglionis Unicum (similia similibis curantur) a CH32 siete recuperabili.


sabato 7 novembre 2015

Le piramidi? Non può averle fatte l'uomo!

Veramente certe costruzioni del passato sono così "impossibili"?


Tra i sostenitori dell’origine misteriosa e extraterrestre della Piramide di Cheope, un argomento molto in voga è l’impossibilità di spiegare come gli Egizi dell’epoca abbiano potuto spostare per chilometri le pietre che la compongono con la semplice forza delle braccia, fino a metterle in posizione. La Grande Piramide è infatti costituita per il 97% da pietre ognuna pesante dagli 800 kg alle 4 tonnellate, mentre per le camere interne sono stati usati monoliti di granito pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate. Per chi paventa l’origine misteriosa delle piramidi sono in particolare questi blocchi in granito a rivelare l’intervento “non umano” in queste costruzioni.

In effetti è un’argomentazione che, posta in questi termini, colpisce e dà da pensare. Sembra impossibile che qualche migliaio di anni orsono gli uomini, con la sola forza delle braccia, abbiano potuto spostare per chilometri pesi di decine di tonnellate. Sicuramente un’operazione impensabile ai giorni nostri, quindi figuriamoci 4700 anni fa! E’ per questo che alcuni addirittura ipotizzano un intervento di tipo extraterrestre, con l’utilizzo di tecnologie sconosciute agli uomini di allora. Fermo restando che la costruzione della Piramide di Cheope non è stata una cosa da poco, e che 4 tonnellate, 20, o 80 da spostare a colpi di forza bruta non sono bazzecole, questo ragionamento ha due falle.

La prima è che per spiegare qualcosa che ci sembra poco chiaro, si introduce, così alla leggera, senza pensarci troppo, una spiegazione (gli extraterrestri che costruiscono le piramidi) ancora più astrusa e fantasiosa, e sicuramente ancora meno credibile. Come se fosse normale immaginare questi egizi, normalmente abituati a martellare lastroni di granito per scrivere una semplice lista della spesa, che a un certo punto si trovano davanti una delegazione di extraterrestri che gli dice "ragazzi, dovete spostare quei macigni da 60 tonnellate? Non c'è problema, abbiamo giusto qui con noi l'annullatore di gravità da viaggio, che è garantito fino a 1000 tonnellate, e ci mettiamo un attimo". A questo punto poi, visto che con gli alieni di mezzo tutto diventa possibile, c'è chi sposta la datazione delle piramidi e della Sfinge ad epoche antiche scelte a caso. Dodicimila anni prima di Cristo, o addirittura 800 mila. Tanto chi vuoi che controlli! Una volta sparata grossa, tanto vale esagerare.



Di questo modo di argomentare, abbastanza tipico delle pseudoscienze, ho parlato qui. La seconda è che è molto curioso che questo ragionamento venga fatto per la Piramide di Cheope e solo per essa o per poche altre costruzioni, quando il mondo è in realtà pieno di realizzazioni architettoniche che, in era pre-tecnologica, hanno implicato lo spostamento di pesi incredibilmente grandi, spesso molto maggiori di quelli presenti nella Grande Piramide.

Eppure nessuno in questi altri altri casi mette in dubbio la loro origine umana, sebbene la tecnologia per sollevare e spostare pesi enormi fosse sostanzialmente la stessa degli antichi egizi. Infatti è solo con l’uso delle macchine, e quindi in epoca industriale, che è avvenuto il vero salto di qualità nel ridurre lo sforzo necessario per spostare enormi pesi. Prima di allora era solo questione di forza di braccia, e nel 3000 a.C. come nel 1400 d.C. di fronte a qualche decina di tonnellate da spingere e sollevare, tutto il resto, ruote, legni, carrucole, argani, tronchi e corde di canapa, facevano veramente ben poca differenza.